Meglio di uno Slam. E con me il tennis era in debito...

Finale olimpica, super tie break, 9-7. Serve Paolini, dopo sette scambi la risposta di Mirra Andreeva finisce in rete: Jasmine Paolini e Sara Errani hanno vinto il primo oro del tennis italiano. Volano le racchette e scendono lacrime di gioia. Quelle immagini raccontano tanto della carriera di Sara Errani, la tennista italiana più titolata: c’è la pura gioia intanto. C’è il sogno di una vita: la medaglia olimpica che sempre era sfuggita, vinta all’ultimo tentativo. C’è il talento, la forza interiore, l’umiltà, la passione, la fatica. C’è il coraggio di crederci sempre e farsi beffa del destino disegnandone uno migliore. C’è la volontà di lasciare ogni volta tutto sul campo, con il rispetto che i grandi campioni riservano allo sport. C’è il cuore.

Elisa Longo Borghini in rosa

L’Aquila, una città che sa cosa vuol dire lottare, domenica 14 ha accompagnato in trionfo una vera combattente. L’immagine di Elisa Longo Borghini che esulta al traguardo del capoluogo d’Abruzzo rimarrà nella storia del ciclismo italiano. Questo Giro lo voleva tantissimo. Alla vigilia era concreta, non si lasciava distrarre dalla bellezza dei sogni: sapeva di stare bene, ma c’era davanti una settimana di fatica. Elisa sa sognare, perché solo chi guarda lontano trova il modo di arrivarci. Il primo Giro d’Italia organizzato da Rcs Sport è stato emozionante: la sfida tra Longo Borghini e la campionessa del mondo, la belga Lotte Kopecky, si è risolta nell’ultimo chilometro di 876 totali. Hanno iniziato l’ultima frazione separate da un secondo in classifica, poi Elisa, che ha difeso la maglia rosa sin dalla prima tappa, si è alzata sui pedali e ha detto al mondo che quel giorno la più forte era lei. Ora l’obbiettivo è l’Olimpiade. Elisa Longo Borghini (bronzo a Rio 2016 e Tokyo 2020) farà parte con Elisa Balsamo, Ele- na Cecchini e Silvia Persico del quartetto scelto dal ct Paolo Sangalli per la prova su strada e correrà anche la cronometro. Il sogno continua.

Una parrocchia e una rivista per adulti, il basket libero delle Prigioniere di un Sogno. Senza uomini fra i piedi

Non so dire di preciso perché questa storia mi avesse così colpito e affascinato. Parlo delle vicende di una atipica squadretta di basket, composta da uno strano mix di attempate ex super giocatrici, cestiste di media fascia, campionesse di altri sport, amiche volenterose. Una storia ascoltata tante volte a casa, e letta sui vecchi ritagli della Gazzetta dello Sport e di altri giornali. Certo, sono figlia di una di loro, ma sono sempre stata attirata soprattutto dal soffio di irriducibile libert

Voci dal carcere: “Quei corsi a Opera ci hanno cambiato la vita”

La miopia è un problema diffuso in carcere. Sono poche le occasioni di guardare lontano. Ci sono sempre le sbarre tra l’occhio e l’orizzonte. Quando la porta blindata si chiude alle mie spalle e inizio a camminare all’interno del carcere di Opera, anche il mio mondo sbiadisce alla distanza. È una giornata di sole, ma la luce arriva filtrata. D’inverno fa molto freddo, mi racconta Elena, l’istruttrice di stretching, e avrò modo di scoprirlo. Dopo qualche minuto e altri cancelli arriviamo in pales

Liz Mills - La mia Africa l’ho conquistata sul campo di basket

Era già unica, ma pochi lo sapevano. Liz Mills, allenatrice australiana di basket, era la sola donna al mondo alla guida di una Nazionale maschile di basket, il Kenya. All’improvviso, poche settimane fa, un canestro allo scadere di Tylor Ongwae la proietta sui giornali di tutto il mondo, facendola diventare un personaggio mediatico: dal Washington Post in giù, una cascata di interviste da decine di media. Grazie a quel tiro, i “Morans” hanno sconfitto 74-73 l’Angola, Nazionale di grande tradizione con 11 titoli del continente in bacheca, e si sono assicurati la qualificazione ad Afrobasket 2021, i campionati continentali in programma ad agosto. Un traguardo che mancava da 28 anni.
Ecco allora che tutti si accorgo- no di coach Mills, diventata la donna che abbatte le barriere.

Rebecca Nicoli: Tokyo 2020 e il pugilato femminile italiano | IT

Facciamo un passo indietro. Hai iniziato con l’equitazione, poi sei passata ai tuffi. Ci racconti il tuo originale percorso sportivo?

È sempre stata mia mamma a spingermi a provare i vari sport. Lei non li ha praticati, ma è sempre stata molto appassionata. C’era un maneggio vicino al campeggio dei miei nonni dove andavamo, nei pressi di Genova. Un giorno mi hanno fatto provare ed è nata una passione di famiglia. Mi sono sempre cimentata in tante discipline, anche quelle più strane. Facevo park

Gli abusi nel mondo dello sport: intervista a Daniela Simonetti | IT

Nel migliore dei casi istituzioni inermi e inadeguate, ma spesso anche complici e omertose. Il problema degli abusi nel mondo dello sport non riguarda solo il passato o altri mondi, ma è purtroppo una realtà anche nel nostro Paese. Ce lo racconta Daniela Simonetti, giornalista dell’ANSA, nel suo libro “Impunità di gregge” (2021, Chiarelettere). È il primo del genere in Italia e sta riscuotendo grande interesse da parte del pubblico e degli addetti ai lavori. Si tratta di un’inchiesta dettagliata, inquietante, che racconta molti casi accertati di abusi sessuali e che mette il nostro sistema sport di fronte alle sue gravi mancanze.

Ettore Messina , pallacanestro e oltre

Ettore Messina, 61 anni, è l’allenatore dell’Olimpia Armani Exchange Milano, squadra di pallacanestro del capoluogo lombardo, la più titolata d’Italia. È tra i migliori coach in attività: l’elenco dei suoi successi non è breve, basti ricordare le quattro vittorie in Eurolega per farsi un’idea. Quello che colpisce di Messina è la capacità di ascolto, l'equilibrio e la compiutezza delle sue riflessioni. Che non mancano però di passione.

Gruda l'eleganza

Ogni gesto tecnico è reso efficace dalla velocità di esecuzione, dalla precisione, dai dettagli, tutto affinato da migliaia e migliaia di ripetizioni. Capita che sia funzionale, ma non stilisticamente perfetto.
Ci sono poi solo alcuni atleti che aggiungono al ge- sto tecnico un’altra dimensione: l’eleganza. Quando la naturalezza di un movimento è tale da nascondere quelle ripetizioni, la fatica, la forza, negli occhi degli spettatori rimane un’appagante sensazione di bellezza. L’eleganza è saper fare le cose talmente bene da conquistare un livello di estetica. Il rovescio di Fede- rer, il tocco di Van Basten. Attenzione, l’eleganza fine a sé stessa è vuota: quella dei campioni è indissolubilmente legata all’efficacia e all’efficienza ai massimi livelli.

Divina Mabèl raccontaci

Mabél Bocchi ci risponde dal terrazzo della sua casa a San Nicola Arcella, vicino Scalea, in provincia di Cosenza. Ogni volta che apre le finestre può godere di una vista impareggiabile: l’Isola di Dino, il blu del mar Tirreno, i tramonti rosso fuoco. Il buon ritiro.
Per la precisione siamo sulla cima del Villaggio del Bridge, che fu costruito oltre 30 anni fa con l’intento di raccogliere bridgisti da tutto il mondo perché potessero giocare e insieme godere di una natura spettacolare. Papà Aldo era istruttore di bridge, il fratello Norberto è tuttora professionista tra i migliori del mondo. Tra le sue piante e fiori curatissimi, gli otto gatti e i due cani, Mabél (con l’accento rigorosamente sulla e, alla spagnola: la mamma era argentina) ci racconta del- la sua vita di adesso e di quella passata

Sandro Donati: parla il simbolo mondiale della lotta al doping

Sandro Donati, 73 anni, ha dedicato la maggior parte della sua vita a lottare contro il doping, divenendo un simbolo mondiale di questa battaglia. L’ha raccontato in due libri, Campioni senza valore e Lo sport del doping, che sono insieme saggi e spy stories. L’elenco degli scandali da lui scoperchiati è ormai quasi sterminato. Sandro spiega di essersi trovato quasi per caso a combattere contro il doping, ma decenni di battaglie dimostrano che era l’uomo giusto al posto giusto.

Bev Smith, la leonessa

Il telefono di Beverly Smith suona alle 10 del mattino a Eugene, Oregon, costa Ovest degli Stati Uniti. Ho un appuntamento per intervistarla e mi presento nel modo classico: “Hello, I’m Giulia. Nice to meet you, it’s a
pleasure”. Dall’altra parte una risposta in eccellente italiano: “Sì, certo, come stai?”. E tutto il dialogo procederà nella nostra lingua, che Bev parla e scrive ancora a meraviglia. L’Italia è dentro il suo cuore: ad ogni ricordo dolce, sembra restituire a noi che l’ascoltiamo qualche motivo in più per risvegliare l’orgoglio per il nostro Paese.